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Gnatologia
e Posturologia
per un completo
benessere

GNATOLOGIA

POSTUROLOGIA

STUDIO DELL’ATM e VALUTAZIONE POSTURALE

DISFUNZIONI CRANIO CERVICO MANDIBOLARI (DCCM) E TEMPORO-MANDIBOLARI (DTM)

In un primo momento ho cercato di raggruppare buona parte delle informazioni relative alle Disfunzioni-Cranio-Cervico-Mandibolari (DCCM) in 2-3 pagine affinché fosse fruibile ai pazienti del mio studio. Purtroppo mi sono accorto che tendevo a lasciare indietro pezzi importanti del discorso o affermavo delle cose, calate dall’alto, che poco si sposavano con il discorso globale se non opportunamente spiegate.
L’argomento è complesso visto che si interfaccia con altre specialità mediche (ORL, neurologia, fisiatria, odontoiatria, chiropratica, osteopatia) e nella sua complessità ha bisogno di essere spiegato affinché possa essere capito.

È un argomento che non può essere spiegato con le immagini, così come abbiamo fatto con gli altri paragrafi presentati sul nostro sito, pertanto va spiegato per filo e per segno e non è per niente semplice. Bisogna considerare che nella dozzina di pagine che seguono questa piccola introduzione, faccio solo un piccolo accenno alle patologie sistemiche che presentano un quadro sintomatologico sovrapponibile alla DCCM.
Basti pensare che per cercare di spiegare tale problematica Io e i coautori del libro “DALL’OTONEUROLOGIA ALLA POSTUROLOGIA STATICA E DINAMICA” ci siamo fermati a 400 pagine, sapendo che c’era molto altro da dire. In queste poche pagine, ho cercato di accorpare tutte le informazioni che possano spiegare al paziente buona parte delle correlazioni strutturali e spiegare perché mettendo mano in bocca possiamo dargli una mano.

Nel capitolo Terapia Gnatologica, cercherò di spiegare cosa si possa fare dando importanza al fatto che spesso bisogna fare veramente poco per raggiungere il benessere del paziente senza fargli spendere troppi denari. Tutto ciò a patto che si faccia una corretta diagnosi e non ci si improvvisi gnatologi e questo lo spiegheremo nel capitolo “Diagnostica delle DCCM”.

Un ringraziamento di cuore ai miei Maestri che direttamente frequentandoli e indirettamente leggendo i Testi da loro pubblicati sono stati fonte di ispirazione e di stimolo alla ricerca sviluppata nella vita di tutti i giorni nel mio studio:
Dr. Giovanni Vanni (CT), Dr.ssa Gabriella Guaglio (PV), Dr.  Jako Csaba (VA),  Dr.ssa  Jako Eniko (VA), Dr. Carl Gugino (Buffalo – USA),  Dr.  Marco Redana (MI),  Prof. Sadao Sato (Kanagawa Dental University – Japan), Dr. Robert M. Ricketts (USA).

Dr.  Carmelo Condorelli
Dentista odontoiatra
Direttore Clinica Odontoiatra Dott. Condorelli

La bocca è un recettore posturale importante.
Influenza e a sua volta viene influenzato dalle problematiche posturali

Le sezioni sottostanti forniscono informazioni in grado di spiegare buona parte delle correlazioni strutturali e perché mettendo mano in bocca possiamo dare una mano ai nostri pazienti:

I DETTAGLI DEL TRATTAMENTO:

Possiamo e dobbiamo dire che il passaggio indispensabile prima di passare ad una terapia gnatologica è una corretta e approfondita diagnosi.
Tale diagnosi passa prima da una approfondita analisi anamnestica seguita e oggettivata da una serie di esami clinici e strumentali che siano oggettivabili , ripetibili e confrontabili.

Come abbiamo visto nel capitolo diagnostico, c’è tutta una serie di patologie con quadri clinici e sintomatici sovrapponibili a quadri di DCCM secondari a problematiche “posturali-occlusali”. Quindi tutti gli esami strumentali eseguiti o eseguibili devono essere correlabili e dare la stessa risposta. Mi spiego meglio, se il paziente presenta una latero deviazione mandibolare dx con il relativo quadro sintomatologico correlato e diffuso, tale latero deviazione mandibolare la potrò oggettivare con l’EMG, con il Kinesiografo, attraverso la valutazione posturale, con i tests chinesiologici,  con la pedana stabilometrica ecc.

Ogni strumento o valutazione clinica misura un solo sistema di compenso dell’organismo.
Due o più esami devono confermare tale latero deviazione mandibolare. Se uno o più esami sono discordanti, c’è qualcosa che non va e bisogna saper tornare suo propri passi.
Viene da domandarsi perché bisogna eseguire tutti questi esami se tutti ci possono dare la stessa risposta.

La risposta è semplice, il sistema posturale è un sistema complesso e variabile come anche adattabile nel tempo. Questo spiega perché lo stesso paziente con la latero deviazione mandibolare dx oggi ha dolore sull’ATM dx , domani ha dolore al collo a dx , dopodomani ha dolore sulla spalla dx e un altro giorno non ha sintomatologia algica ma si lamenta di instabilità e “vertigini” un altro giorno ha una forte cefalea.

Durante la visita, lo gnatologo non conosce quale sia il sistema di compenso che il paziente sta utilizzando, il giorno degli esami (che vanno eseguiti tutti nello stesso giorno),  sia che faccia la visita oggi o tra 20 giorni rileverà una latero deviazione mandibolare dx magari un giorno oggettivata dall’EMG un altro giorno oggettivata dall’esame posturale e così via.
Ribadisco il concetto : non si può confezionare un bite effettuando solo 2 impronte.  Senza una diagnosi non è possibile gestire l’uso del bite nel tempo seguendo l’evoluzione clinica e sintomatologica del paziente.

ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI CON ESAMI STRUMENTALI

Esame Kinesiografico

Nasce nel 1969 con Bernard Jankelson. Egli già 50 anni fa vedeva nel sistema neuromuscolare la chiave di lettura della fisiologia del sistema masticatorio. Agli inizi degli anni ‘80, grazie al Prof. Luigi Balercia e il Prof. Angelo Attinà, la teoria e le apparecchiature di Jankelson furono introdotte in Italia. Il merito di Angelo Attinà consiste nell’aver saputo correlare la dinamica mandibolare al rapporto cranio-colonna, espressione di funzione neuromuscolare e di postura. La kinesiografia consente agli operatori che ad essa si affidano di avere importanti informazioni in differenti fasi della diagnosi e della terapia:

  1. Nella fase diagnostica: poiché consente di individuare una patologia e, attraverso informazioni desunte dal grafico, di risalire all’eziopatogenesi
  2. Nella fase prognostica progettuale: consente di progettare una terapia e di valutare una prognosi, anche alla luce delle tensioni muscolari extra-stomatognatiche presenti, diminuendo i rischi di recidiva e di danni iatrogeni
  3. Nel controllo delle singole fasi di terapia: consente di verificare la risposta muscolare ad ogni singolo intervento, prevenendo l’insorgenza di parafunzioni
  4. Nella verifica finale dei risultati ottenuti: in quanto preserva dagli insuccessi e consente di verificare alla fine del trattamento la sua efficacia (Fig.7.73).
Piano di cura e previsione di trattamento,
indispensabili per valutare la fattibilità
della cura ortodontica
Casi Clinici

NERO: caso clinico iniziale
ROSSO: previsione di cura a fine trattamento ortodontico

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