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La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno

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La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche come OSAS – acronimo inglese per Obstructive Sleep Apnea Syndrome – è caratterizzata da ripetuti episodi di completa e/o parziale e/o prolungata ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, abitualmente associati alla riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue.
Le vie aeree possono essere ostruite in diversi modi. Ad esempio una grossa lingua, associata al normale rilassamento muscolare e conseguente collabimento dei tessuti molli che avviene durante il sonno, può essere la causa di apnee.
Talvolta, può essere causa di questa sindrome anche un’anomala struttura della mandibola o delle vie aeree.
Sintomi

I sintomi principali sono rappresentati da:

  • Frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno spesso riferiti dal partner
  • Cefalea al risveglio
  • Russamento riferito dal partner come intermittente (perché interrotto dalle apnee)
  • Eccessiva sonnolenza diurna
  • Ridotta capacità di memoria
  • Ridotta capacità di concentrazione
  • Ipertensione arteriosa
  • Bocca asciutta al risveglio
  • Riduzione della libido

Va studiata accuratamente in un laboratorio del sonno con polisonnografia. Poiché il tono muscolare del corpo normalmente si rilassa durante il sonno, e poiché, a livello della gola, le vie aeree dell’uomo sono composte da pareti di tessuto molle, che possono collabire, è facile comprendere perché la respirazione possa essere ostruita durante il sonno – in special modo nei soggetti obesi.

Periodi temporanei con sindrome delle apnee ostruttive si possono verificare in individui che abbiano assunto droghe o siano sotto l’effetto di alcolici, il che può rilassare eccessivamente le vie aeree, interferendo con il normale stato di allerta del sonno.

Dati di laboratorio

Per graduare la severità della apnea nel sonno, si stabilisce un indice di correlazione in base al numero di eventi per ora, definito “indice apnea-ipopnea” (in inglese AHI: apnea-hypopnea index). Un AHI minore di 5 viene considerato normale, tra 5 e 15 molto lieve, tra 15 e 30 moderato, con più di 30 eventi severo.

Popolazioni a rischio

Sono individui che presentano un tono muscolare diminuito, un ispessimento (per grasso oppure per edema) del tessuto soffice attorno alla via aerea, oppure caratteristiche strutturali-anatomiche che danno luogo a una via aerea ristretta con grande rischio di apnea ostruttiva nel sonno.

Negli adulti, l’individuo tipo che presenta apnea ostruttiva del sonno è obeso, con un particolare accumulo di grasso e tessuti sulla faccia e sul collo. Un marchio distintivo delle OSAS negli adulti è l’eccessiva sonnolenza diurna.

Tipicamente, un adulto o un adolescente con apnea ostruttiva severa instaurata da lungo tempo si addormenterà per periodi molto brevi nel corso di alcune tra le attività giornaliere più noiose – se gli viene data una qualsiasi opportunità per sedere o riposare.

Gli adulti in genere sono sovrappeso, con collo particolarmente corto e tozzo.

DIAGNOSI: deve essere effettuata da un centro specializzato e certificato avvallato da visita ORL (otorinolaringoiatrica)

Trattamento delle OSAS

Esiste una varietà di trattamenti per la sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno, che dipende dalla storia medica dell’individuo, dalla severità del disordine e, principalmente, dalla causa specifica dell’ostruzione.

Premessa fondamentale al trattamento delle OSAS è una diagnosi accurata e multidisciplinare: i centri di riferimento per la medicina del sonno solitamente hanno un’équipe che comprende, oltre al medico del sonno (specialista in pneumologia o in neurologia) che coordina le attività, altri specialisti (chirurgo maxillo-facciale, ortognatodontista, otorinolaringoiatra, nutrizionista) che si occupano ognuno con le proprie competenze di trattare al meglio questa patologia.

Alcune cure implicano cambiamenti nello stile di vita come: evitare l’alcol, evitare di assumere farmaci che rilassino il sistema nervoso centrale (ad esempio sedativi e farmaci per decontrarre i muscoli), perdere peso e smettere di fumare. Alcune persone vengono aiutate da cuscini o congegni che impediscono loro di dormire sulla schiena, o da apparecchi orali per mantenere le vie respiratorie pervie durante il sonno. Se questi metodi tradizionali sono inadeguati, i medici raccomandano spesso (prima scelta) una C-PAP (ventilazione meccanica a pressione positiva della via aerea), in cui una maschera facciale è collegata a un tubo e a una macchina che immette aria pressurizzata nella maschera e attraverso le vie respiratorie per tenerle aperte. Esistono anche procedure chirurgiche che possono essere usate per rimuovere e restringere i tessuti e allargare le vie aeree, ma il tasso di successo non è molto alto. Alcuni soggetti possono necessitare di una combinazione di terapie per curare con successo la loro apnea nel sonno.

Protrusori mandibolari: MAD

Un  tipo di intervento fisico è un dispositivo intraorale che forza in avanti la mandibola (in inglese MAD, acronimo di Mandibular Advancement Device, che viene a volte prescritto per forme lievi o moderate di OSAS. Questo apparecchio è un apparecchio ortodontico  mobile simile a quelli impiegati per raddrizzare i denti o proteggerli durante lo sport. Per i pazienti che soffrono di apnea, viene progettato per mantenere la mandibola lievemente più giù e in avanti rispetto alla posizione naturale che assume in questi pazienti che vanno incontro a rilassamento notturno dei muscoli del collo. Questa posizione mantiene la lingua molto più in avanti della parte posteriore della via aerea, e può essere sufficiente per prevenire le apnee o per migliorare la respirazione nei pazienti affetti da forme lievi o moderate di OSAS. Il confezionamento del dispositivo avviene su prescrizione da parte  del medico del sonno (pneumologo o neurologo) e l’odontoiatra specialista in ortognatodonzia (quest’ultimo valuta la fattibilità tecnica del dispositivo sulla base della situazione odontostomatologica del paziente e si occupa del confezionamento e della gestione dei controlli ordinari).

L’applicazione dei MAD può essere una soluzione alternativa, seppur meno efficace (non ventilando forzatamente l’individuo), per i pazienti che non tollerano la C-PAP.

Bisogna comunque considerare, che tali dispositivi determinano delle posture mandibolari che non sono fisiologiche e quindi possono determinare, alla lunga, alterazioni e variazioni del piano occlusale dentale. Infatti utilizzando questi dispositivi , protrudiamo la mandibola per ottenere un avanzamento linguale con secondaria trazione sugli elementi dentali che sostengono tutto il carico.

Pertanto una forza importante, sviluppata per lunghi periodi , anche se solo con utilizzo notturno, può determinare degli spostamenti ortodontici indesiderati.

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