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Osteopatia pediatrica e dell'adulto

SERVIZI
DISTURBI DELLA STATICA, SQUILIBRIO POSTURALE E DOLORI ARTRO-MUSCOLARI

I dolori di origine vertebrale e reumatica sono per la loro frequenza, ben conosciuti.
Quattrocento anni prima di Cristo, Ippocrate attirava già l’attenzione sulle patologie provocate da stati difettosi della colonna vertebrale. Da una statistica americana, il 93 % degli individui hanno sofferto, soffrono o soffriranno alla schiena; è interessante constatare che il 93 % degli individui presentano uno squilibrio tonico-posturale.

Alla luce di queste cifre, è evidente che il problema dei dolori vertebrali e reumatici è lontano dall’essere risolto. Questi sono tuttavia uno dei motivi più frequenti che conducono un individuo a consultare il proprio medico.

Ora, se i farmaci antalgici, gli antiinfiammatori possono avere un’azione sul dolore e sull’infiammazione, essi non hanno nessuna azione sulla componente meccanica del dolore, così le terapie come l’agopuntura, l’omeopatia, le manipolazioni vertebrali, la mesoterapia, etc… sono spesso un complemento efficace, ma nessuna di esse tratterà realmente la componente meccanica del dolore.
Alla luce dei lavori recenti, i disturbi della statica sembrano essere una delle principali cause dei dolori vertebrali e connessi.
La prova è che l`85 % dei pazienti trattati con metodi eziologici vedono i loro dolori sparire.

DOTT. PIERO RANAUDO
OSTEOPATA

Professore a contratto in Osteopatia Cranio-Cervico-Mandibolare c/o la Specializzazione  di Ortognatodonzia dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”- Chieti-Pescara;

Libero professionista c/o Clinica Dott. Condorelli, Gallarate;

Omniadent, Milano;

Studio Kos, Verbania-Intra

Il responsabile, è il sistema tonico posturale, che sregolato dà informazioni inesatte provenienti dai suoi recettori periferici, soprattutto l’occhio, i denti e il piede. Il Sistema Tonico Posturale o Sistema Posturale Fine (nuclei vestibolari, formazione reticolare e cervelletto) è un sistema automatico di regolazione dell’equilibrio.
La regolazione dell’equilibrio avviene attraverso la regolazione di riflessi posturali che determinano delle oscillazioni posturali di piccola ampiezza (tra 0 e 4 gradi) che permettono di mantenere fisiologicamente la proiezione a terra del baricentro su una piccola superficie dello statokinesigramma misurata tra 50 e 200 mm2. Quando le oscillazioni posturali superano il range di 4 gradi e la superficie dello statokinesigramma supera i 200 mm2 significa che i riflessi posturali vengono regolati in modo poco preciso: il soggetto ha disturbi dell`equilibrio e quindi utilizza una strategia di equilibrazione instabile e ad alto costo energetico detta fuori dal Sistema Posturale Fino o sindrome da deficienza posturale. Classicamente si riteneva che i fattori di rilevanza patogenetica nel determinare queste sindromi da deficienza posturale fossero prevalentemente patologie otoneurologiche; in effetti si è a lungo pensato che l’equilibrio del corpo nello spazio fosse sotto la dipendenza dell’orecchio interno; ciò è parzialmente vero nel movimento, ma è totalmente falso nella statica pura, dove il compito maggiore sarà a carico degli esterocettori e dei propriocettori del Sistema Tonico Posturale, come è stato dimostrato dalla posturologia clinica, che ha permesso di evidenziare che nella maggior parte dei casi l`etiologia di tali disturbi dell’equilibrio (e della postura in genere) è una semplice deficienza dei recettori periferici. Il Sistema Posturale Fine (SPF) per poter integrare in modo corretto i riflessi posturali deve poter ricevere correttamente le informazioni che gli arrivano dalla periferia sensitiva e sensoriale, ovvero le afferenze visive, labirintiche, stomatognatiche, esterocettive podaliche, propriocettive ed introcettive (muscolatura extraoculare, sotto-occipitale, lombo-sacrale, meccanocezione durale e viscerocezione). Quando uno o più di questi recettori inviano segnali disturbati (tali deficit sensoriali vengono detti disfunzioni propriocettive o parassiti informazionali) il SPF non riceve più informazioni sufficientemente pulite per integrare correttamente i riflessi posturali, l’equilibrio e la postura.

Interessarsi al Sistema Tonico Posturale significa ricercare la causa meccanica del dolore e questo andrà oltre il quadro dei dolori vertebrali per inglobare tutte la patologie che fanno intervenire uno squilibrio tonico-posturale.

Il Sistema Tonico Posturale (STP) sarà dunque implicato in:
– dolori a componente vertebrale; – dolori a componente statica (piedi, ginocchia, anche…);
– dolori reumatici nei quali la componente statica sembri preponderante;
– le deformazioni della colonna vertebrale: attitudine scoliotica, scoliosi, cifo-scoliosi, etc.;
– patologie sportive dove gli incidenti a ripetizione, e la ridotta performance o la non progressione nonostante l’allenamento, sono in rapporto con uno squilibrio del STP;
– le tendiniti;
– le ernie discali: per il chirurgo rappresentano una causa, per il posturologo/osteopata l’ernia del disco rappresenta la conseguenza di tensioni oblique su un disco esercitate nel corso degli anni. La cura di questa ernia, qualunque sia la tecnica, deve sempre accompagnarsi ad una correzione del Sistema Tonico Posturale. Nel caso contrario, la tensione obliqua si trasferirà al livello superiore o inferiore provocando quindi le recidive, oppure sulle articolazioni posteriori spiegando i dolori che sopraggiungono a distanza dall’intervento.

Le sindromi da deficienza posturale ben conosciute in campo oculistico, otoneurologico, posturologico, osteopatico e chiropratico per la loro frequente etiologia meccanocettiva durale (strain durali a seguito di colpi di frusta, traumi cranici, traumi emozionali o altro), interessano:

– l’ortopedico, il fisiatra, l’osteopata e il chiropratico, per la loro importanza etiopatogenetica nel determinismo di patologie di origine muscolare come rachialgie, scoliosi antalgiche e processi degenerativi della colonna e degli arti;
– l’otorinolaringoiatra, il neurologo e lo psicologo, per il ruolo che svolgono nel causare pseudovertigini, ipoacusia, acufeni, difetti di localizzazione spaziale, difetti di concentrazione, perdita di memoria, astenia, ansietà, depressione;
– l’oculista, per il ruolo che svolgono nella genesi di molti disturbi oftalmologici funzionali come ambliopie, astenopie o scotomi direzionali;
– l’ortodontista e il gnatologo, per il ruolo che giocano nel provocare alterazioni del tono della muscolatura oro-facciale (spasmi dei muscoli dell’ATM e alterazioni della postura linguale e labiale).

Tali disfunzioni neuromuscolari oro-facciali sono un fattore importante nella comparsa di:
– malocclusioni (ogni dismorfosi dento-facciale è mantenuta e aggravata, e spesso causata dalle disfunzioni oro-facciali che l`accompagnano);
– parafunzioni e bruxsismo, responsabili dell’ipertono dei muscoli elevatori della mandibola con riduzioni dello spazio libero e disfunzione dell` ATM.

Nella moderna ortodonzia e gnatologia posturologica, pertanto, il trattamento etiopatogenetico delle malocclusioni, delle disfunzioni dell’ATM di origine muscolare e delle disfunzioni oro-facciali e parafunzioni (classicamente trattate con tecniche mioterapiche e fisioterapiche) passa spesso attraverso il trattamento di queste sindromi da deficienza posturale. Tali sindromi, se non trattate prima di iniziare la correzione ortodontica (specialmente con apparecchi fissi), possono essere responsabili di allungamenti dei tempi del trattamento, di inspiegabili recidive e di patologie iatrogene indotte dal trattamento multibande, come per esempio, click articolari, emicranie, cefalee di tensione, vertigini, cervicalgie, lombalgie, scoliosi antalgiche.
Torniamo quindi a ripetere che il responsabile di tante patologie è il Sistema Tonico Posturale, sregolato da informazioni sbagliate da parte dei suoi recettori periferici che sono principalmente: l’occhio, il piede, l’apparato stomatognatico, la pelle, i muscoli e le articolazioni.

Quindi il disturbo statico è alla base delle tensioni meccaniche che siano in compressione, in distrazione, in rotazione, in torsione, a forbice, etc…; queste tensioni possono essere localizzate a livello articolare, capsulare, osteo-legamentoso, muscolare, aponevrotico, etc…

Le conseguenze quindi comporteranno:
– comparsa di dolori in tempi più o meno brevi;
– rigidità e contratture.

Le limitazioni dei movimenti articolari favoriscono l’artrosi (la vita è movimento A.T. STILL ).

Limitazioni e contratture riflesse provocano una diminuzione di rendimento a livello muscolare, un esaurimento delle riserve di glicogeno, una acidosi. Nello sportivo questo è il terreno per i crampi e per le tendiniti.
Allo stesso modo le tensioni oblique provocano in tempi più o meno lunghi blocchi vertebrali funzionali.
Si comprende dunque ora che i trattamenti abituali come la chinesiterapia, gli antalgici, gli antiinfiammatori non possono essere completamente soddisfacenti : infatti si rivolgono alle conseguenze e non alle cause.
Quanto alle tecniche manipolative, azioni meccaniche che agiscono sugli spostamenti vertebrali, non sono eziologiche salvo che nel caso di blocco traumatico.

Nella maggior parte dei casi lo spostamento vertebrale è dovuto a squilibri muscolari di tipo statico, dunque funzionale, ciò spiega le recidive e la necessità di ripetere le sedute; quindi è adesso comprensibile perché terapie come l’omeopatia, la mesoterapia, l’agopuntura possono essere d’aiuto, ma solo il trattamento delle cause meccaniche permetterà di ristabilire il paziente.

Le conseguenze nei diversi distretti sono anche a livello neuromuscolare e micro-circolatorio, spiegando in particolare i dolori non sistemizzati e accentuati in certi territori, così come le complicanze post-traumatiche e post-chirurgiche:
– sindromi algo-neuro-distrofiche;
– ritardi di consolidamento;
– pseudoartosi e ritardi di cicatrizzazione.

Per funzionare normalmente le articolazioni vertebrali posteriori hanno bisogno di un angolo sacrale di 32°, di un disco L3-L4 strettamente orizzontale, di tensioni muscolari equilibrate, di curvature armoniose; nel momento in cui esiste uno squilibrio tonico-posturale queste condizioni non sono più rispettate e le tensioni appaiono.
Tutti i disturbi statici intervengono, a livelli differenti, nella genesi delle patologie dolorose e non; il solo trattamento eziologico consiste nel riprogrammare il Sistema Tonico Posturale.
Per ciò che riguarda l’artrosi, a parte il terreno e l’alimentazione, le tensioni meccaniche, associate alla diminuzione di ampiezza dei movimenti e ai disturbi microcircolatori locali, interverranno nella genesi del fenomeno artrosico.

Si ha torto se si pensa che è l’artrosi che fa soffrire; il responsabile dei dolori è piuttosto lo squilibrio statico responsabile della genesi artrosica.

Tutte queste tensioni sono legate ad uno squilibrio statico; il responsabile è il sistema tonico posturale sregolato da informazioni patologiche che partono dai suoi recettori periferici.

Il Sistema Tonico Posturale è correlato in modo specifico ai seguenti sistemi:

l’occhio: due tipi di patologie possono essere alla base di uno scompenso posturale: quelle che fanno intervenire una propriocezione sensoriale (disturbi della rifrazione) e quelle che fanno intervenire la propriocezione muscolare extra-oculare (difetti di convergenza). In questi casi i metodi di analisi e di correzione fanno intervenire nozioni nuove basate sulla moderna neurofisiologia;
i denti: a questo livello due tipi di propriocezione possono disturbare il sistema tonico posturale: i focolai dentali reattogeni e gli squilibri dell`apparato masticatore (che alterano la fisiologia del Meccanismo Cranio Sacrale – concetto su cui si basa l`osteopatia craniale).
il piede: interviene comunque negli squilibri posturali; in effetti se non è causativo è comunque adattativo in tutti gli altri casi, qualunque sia l`origine dello squilibrio. Rappresenta il collegamento tra il disturbo posturale ed il suolo; vero sistema tampone terminale, compensa tutti i disturbi posturali. Il piede adattativo sarà in un primo tempo reversibile, mentre in un secondo tempo si potrà fissare come un vero meccanismo lesionale, se non se ne rimuove la causa, rendendo la sua correzione obbligatoria.

Esiste un tipo frequente di piede: é il piede misto il quale associa sia un fattore adattativo che un fattore causativo. Tutti questi tipi di piede devono essere analizzati, considerati e trattati differentemente.

I metodi terapeutici sono quindi adattati alla moderna neurofisiologia: reinformazione propriocettiva, esterocettiva e bioenergetica.

OSTEOPATIA E SINUSITE

MALE DI STAGIONE, LA SINUSITE PROVOCA DOLORI AGLI OCCHI, EMICRANIA E NASO CHIUSO. SI PUÒ CURARE CON L`OSTEOPATIA MOBILIZZANDO, CON PARTICOLARI TECNICHE MANUALI, LE VERTEBRE E LE OSSA DELLA TESTA.

Contro la sinusite, spesso dovuta a una deviazione del setto nasale o ad un raffreddore trascurato, possono bastare alcune pressioni ben calibrate sulle ossa della testa e sulle prime due vertebre cervicali; é quello che viene fatto in una seduta di osteopatia. Il termine (dall’inglese osteo, tradotto osso e path, sentiero) significa letteralmente il sentiero dell’osso, e in maniera più estesa rappresenta la componente anatomica cui la medicina osteopatica svolge la propria arte. In altre parole, è agendo principalmente sullo scheletro, sul tessuto connettivo superficiale e profondo, che la medicina osteopatica cura diversi disturbi, compresa la sinusite.
L’osteopatia è nata negli Stati Uniti verso la fine del diciannovesimo secolo per opera di un medico innovatore Andrew Taylor Still. Still. Still era convinto che il corpo umano fosse dotato di una propria capacità di autoguarigione e che i disturbi e le malattie derivassero da un’alterazione del corretto assetto della struttura muscolo-scheletrica.
Nel caso della sinusite, in particolare, per l’osteopatia, il problema riguarda le articolazioni delle prime vertebre cervicali o le ossa del viso e del cranio; cioè possono essere bloccate o in disequilibrio, così la circolazione sanguigna all’interno della testa e del collo risulta alterata, si rallenta l`eliminazione delle scorie del metabolismo ed è più facile che compaiono infiammazioni dei seni paranasali.

Queste specie di camere, scavate nell’osso e comunicanti con le cavità nasali, sono tappezzate con gli stessi tessuti che ricoprono le pareti delle vie respiratorie e hanno il compito di riscaldare e depurare l’aria inspirata. Altri seni, situati sopra la mascella e all’altezza della fronte, servono invece, più che altro, per alleggerire le ossa facciali.

Quando si soffre di sinusite, spesso a essere infiammati sono più seni contemporaneamente. Se per un qualunque motivo le secrezioni nasali ristagnano, l’aggressione di virus e batteri è facilitata. Inizia così il processo infiammatorio, con il suo corollario di sintomi: dolori al viso, soprattutto intorno agli occhi, cefalea, mal di denti e, più raramente, d’orecchi, scolo nasale o, al contrario, naso chiuso, senso di intontimento generale e, ma non sempre, aumento della temperatura.

Contro un attacco acuto di sinusite può bastare qualche giorno di cura con antibiotici. Ma l’infiammazione può anche diventare cronica e ripresentarsi con puntualità a ogni colpo di freddo. Un consiglio, da mettere subito in pratica in questi casi, è quello di fare dei suffimigi per mantenere il naso più libero possibile. Si tratta però di rimedi, comprese le cure termali, che non eliminano il problema.

La causa della sinusite, come già accennato, va il più delle volte attribuita a una struttura cranica non armonica. Il cranio di un adulto è composto da 22 ossa. I difetti, che in genere sono minimi e vengono individuati solo dallo sguardo attento o dalle mani esperte di un terapeuta, possono verificarsi in corrispondenza delle suture, o articolazioni, che congiungono le diverse ossa. L’osteopata è in grado di individuare gli squilibri cranici osservando la simmetria delle ossa della testa e del volto.

Le distorsioni possono essere presenti nella fronte che, vista dall’alto, può sembrare leggermente spostata di lato. Oppure l’asimmetria può essere segnalata da un occhio sporgente, una piega più profonda che dal naso scende verso l’angolo della bocca, un allargamento o un restringimento delle orbite, un orecchio più in fuori dell’altro, una narice più ampia dell’altra.

Di solito è dalla nascita che una persona ha un cranio non armonico. Il primissimo stress per la testa avviene durante il parto. La discesa del bambino lungo il canale vaginale può causare distorsioni craniche, la maggior parte delle quali si normalizzano spontaneamente nei primi giorni di vita. Ma lo squilibrio può essere dovuto anche a un trauma. Una botta in testa, una pallonata, un pugno in un occhio, sebbene non particolarmente violenti, possono causare una lesione. E così i colpi di frusta e la chirurgia odontoiatrica, in particolare le operazioni che comportano una difficoltosa estrazione dentale. Il difetto, infine, può essere presente addirittura prima della nascita ed essere provocato dalle contrazioni uterine.

Ma perchè lo squilibrio delle ossa craniche è tanto importante? Perché può influire negativamente sul corretto funzionamento del sistema nervoso e sul normale flusso sia del sangue, sia del liquido cefalorachidiano, che circola attorno al cervello e lungo il midollo spinale e nel quale sono contenuti ormoni dell’ipofisi, enzimi e anticorpi indispensabili per la salute delle cellule.

Le ossa del cranio si muovono secondo uno schema ben definito, espandendosi regolarmente con un movimento ritmico di pulsione. La frequenza media di questa pulsazione, in una persona sana, va da dieci a quattordici movimenti al minuto, mentre nei bambini può essere leggermente più alta. Ecco allora che, riequilibrando la struttura cranica, e di conseguenza ripristinando un miglior funzionamento di sistema nervoso, circolazione sanguigna e flusso del liquido cefalorachidiano, l’osteopata cura numerosi disturbi: emicrania, nevralgia del trigemino, tic, otiti, raffreddori cronici, allergie, asma, ansia, cefalee, mal di schiena, sciatica e persino problemi di apprendimento nel bambino, oltre, ovviamente, la sinusite.

Ma come si svolge un trattamento osteopatico per la sinusite? Durante la prima visita il terapeuta cerca di ricostruire la storia clinica del paziente; attraverso poi la sensibilità delle proprie mani , appoggiandole sulla volta del cranio e sotto l’osso sacro, l’osteopata controlla il movimento di respirazione primaria cranio-sacrale. Questa respirazione corrisponde al movimento ritmico naturale, insito del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) che dà immediatamente l’idea del buono stato di salute di una persona.
La respirazione primaria è influenzata dalla mobilità delle ossa del cranio e del sacro. Infatti, se esiste un blocco, per cui queste ossa non si muovono correttamente, a risentirne è il flusso del liquido cefalorachidiano e, di conseguenza, il ritmo della respirazione primaria.

Il terapeuta, appoggiando le mani sulle spalle, tra la clavicola e la scapola, verifica poi che la circolazione venosa, arteriosa e linfatica sia fluida. Controlla quindi i tre diaframmi, quello cranico, dietro l’orecchio, quello toracico e quello pelvico, per vedere se la respirazione è corretta. Ancora oggetto di attento esame, sempre con le mani, sono il ganglio sfenopalatino (situato all’interno della cavità orale) e il ganglio cervicale superiore (che si trova tra la base del cranio e le prime due vertebre cervicali). Questi due gangli (costituiti da gruppi di cellule nervose), sono molto importanti perché regolano lo stato di tutte le mucose, comprese quelle dei seni paranasali.
Si passa poi al controllo delle ossa craniche, in particolare del frontale, perché è quello più esposto ai traumi e che può avere subito maggiori lesioni durante il parto.

Una volta accertato il disturbo si passa al trattamento per rimettere in equilibrio quello che è stato trovato in disarmonia. L’obiettivo è di facilitare il drenaggio venoso e linfatico della testa e del collo, in modo da alleviare la congestione cronica, dando all’organismo una migliore possibilità di combattere e debellare l’infiammazione dei seni paranasali. Inoltre l’osteopata cerca di eliminare eventuali blocchi presenti nella regione superiore del torace e nella regione cervicale e si accerta che le clavicole si muovano liberamente. Infine, riequilibra le ossa della testa e del volto.

L’osteopata lavora sempre con le sue mani. Esercita pressioni leggere e invita il paziente ad eseguire esercizi di respirazione toracica. Oppure agisce a livello di scapola e clavicola, per eliminare un rallentamento della circolazione venosa o linfatica. O, ancora, se la sinusite è dovuta a un disallineamento delle due prime vertebre cervicali, appoggia le mani sotto la nuca, in corrispondenza dell’osso occipitale, e con tocchi precisi scioglie le tensioni che si erano accumulate alla base della testa, ripristinando la fluidità della circolazione cranica. La cura di un difetto cranico viene fatta con la massima delicatezza.

L’osteopata appoggia il palmo delle mani a coppa sulla testa. Quando percepisce la tensione e la costrizione, che indicano la presenza di una disarmonia, procede al trattamento della zona interessata correggendone la posizione e migliorando la mobilità dell’articolazione.

Il tipo di cura cambia ovviamente da persona a persona. In alcuni casi può essere sufficiente una manipolazione sulle prime vertebre cervicali, in altri può invece essere necessario lavorare più a lungo sulle ossa della testa e del viso.

In genere, comunque per trattare una sinusite sono sufficienti quattro, cinque sedute, una alla settimana, di circa 20 minuta l’una; il miglioramento, anche se ciò dipende dalla gravità dell’infiammazione, è visibile già dopo il primo trattamento.

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